Cara Sicilia

Cara Sicilia, in questi giorni assistiamo ancora per l’ennesima volta gli attacchi a sfondo razziale e discriminatorio, da parte di apparati del Nord .

Con il giusto equilibrio, evito di menzionare soggetti e frasi, onde evitare visibilità e amplificare il messaggi di questi loschi e spregiudicati “individui“.

Dobbiamo, da Siciliani fare insieme delle considerazioni;riconoscendo anche gli errori commessi e farnd tesoro per una presa di conoscenza, per affrontare nuove sfide che possano portarci giovamento.

Partiamo dagli attacchi gratuiti e destabilizzanti che l’establishment del Nord continua a perpretare nei confronti del Sud ma nel nostro caso specifico della nostra Sicilia;

Tali affermazioni creano in molti siciliani, una consapevolezza errata di frustrazione ,dove vengono riposte insicurezze che minano la nostra società in modo mirato e strategico.

Il Siciliano per carattere è orgoglioso della sua Terra,ma uno dei suoi limiti è la diffidenza che regna nel siciliano, verso il siciliano stesso, i media scientificamente, acuiscono questo malessere.

Abbiamo un limite che rischiamo di tramandare alle future generazioni Siciliane;

Siamo orgogliosi e fieri della nostra Sicilia ma non siamo abbastanza siciliani dentro.

La cultura e conoscenza delle nostre radici può in modo prorompente aiutare la nostra consapevolezza,perché la Storia quella “Vera” del popolo siciliano e della Nostra Terra non è quella che ci viene descritta sui giornali Italici o sui libri di testo che i nostri figli sono “costretti” a studiare.

Rialzati popolo Siciliano, e riprendi a camminare sulle tue gambe.

Con dovizia storica e verità, vi riporto un passaggio della storia moderna Siciliana, per comprendere “insieme” lo scempio dell’occupazione Italica in Sicilia.

TRATTO DAL LIBRO

LA SICILIA AI SICILIANI” di Antonio Canepa alias Turi Ferro

LA SICILIA BASTA AI SICILIANI E NON HA BISOGNO DI NESSUNO “

“Leggete quanto scrive, nel 1934 il Professore Vito Cesare Piazza dell’ Università di Palermo all’interno di tale Libro “

“La Sicilia è sempre stata abbandonata alle sue risorse dai governi di tutte le epoche, i quali anzi si sono premurati di spogliarla quanto più è stato possibile.

Basta percorrere la storia, non dico dei tempi passati, ma di questi ultimi due secoli, dal 1700 in poi,per averne una continua serie di esempi, sino a quelli recenti dalla soppressione dei beni ecclesiastici del 1866, sino all’assorbimento delle riserve auree del Banco di Sicilia, denaro appartenente al popolo Siciliano.

Ora la Sicilia non vuole essere più spogliata.

Vuole, pretende, esige che le venga restituito tutto ciò che le è stato rubato dal giorno dell’unione all’Italia ( tenuto conto degli interessi maturati e del valore attuale della moneta, circa 124 miliardi di Lire.

La Sicilia non può tollerare ladri che vengono a svaligiarci, né padroni che ci trattano con la frusta, Fuori!

La Sicilia è un paese ricco: Basta a sé stessa già prima della passata guerra, Bonaldo Stringher , che non era un separatista e tantomeno siciliano, era il Direttore Generale della Banca d’Italia, ministro di Stato ecc.ecc. Pubblicò un libro su “ Gli scambi con l’estero” che concludeva;

Possiamo affermare che la Sicilia concorre a compensare lo sbilancio del Regno nei pagamenti all’estero per una somma di circa 250 milioni  di Lire all’anno.

E poiché lo sbilancio della Nazione si aggira sui 1.100 milioni all’ anno, la Sicilia concorre a colmarlo per quasi un quarto.

Se si tiene conto che il Territorio e la popolazione della Sicilia sono di appena una decima parte di tutto il Regno, si vede subito quale ingente contributo porti nei pagamenti anzidetti.

Spero che la lettura di questo che è solo uno dei tanti documenti storici certificati da dati reali , ci ridia quantomeno dignità nei confronti dei sopraindicati “ Cialtroni” e soprattutto consapevolezza del puro significato della “Sicilianeta‘”.

Antonio Canepa 



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